L’estate meteorologica è appena cominciata, e siamo alle porte del primo evento anticiclonico della stagione.

Quale momento migliore per parlarvi della radiazione solare, se non questo?

Spesso sottovalutata, la radiazione solare è in realtà uno dei parametri più importanti che una stazione meteo possa registrare, per diversi motivi.

È utile nella vita di tutti i giorni per capire quanta energia stanno raccogliendo i nostri pannelli solari, è fondamentale per la crescita delle piante e per l’agricoltura, e ha un ruolo chiave anche in ambito metrologico e meteorologico.

Ci aiuta, ad esempio, a comprendere come varia la temperatura in risposta alla luce solare e può darci informazioni sulla prestazione degli schermi solari (non a caso chiamati radiation shield in inglese), che servono a proteggere i sensori da influenze esterne.

🤓𝑀𝑎 𝑐𝑜𝑠’𝑒̀, 𝑖𝑛 𝑝𝑟𝑎𝑡𝑖𝑐𝑎, 𝑙𝑎 𝑟𝑎𝑑𝑖𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑠𝑜𝑙𝑎𝑟𝑒?

La radiazione solare è un fascio di raggi elettromagnetici emessi dal Sole che raggiungono la Terra, ciascuno con la propria lunghezza d’onda. Tra questi abbiamo:

Raggi ultravioletti (UV): sono responsabili dell’abbronzatura, ma anche di possibili danni alla pelle. Rappresentano circa il 5% della radiazione solare totale (lunghezze d’onda da 10 nm a 380 nm);

Luce visibile: è quella che vediamo con i nostri occhi (lunghezze d’onda da 380 nm a 700 nm);

Infrarossi (IR): rappresentano oltre il 50% della radiazione solare e sono i principali responsabili del trasporto di calore (lunghezze d’onda da 700 nm a circa 1 mm).

𝐶𝑜𝑚𝑒 𝑠𝑖 𝑚𝑖𝑠𝑢𝑟𝑎?

La radiazione solare viene registrata da uno strumento chiamato piranometro. Se collegato a un sistema di acquisizione dati, può misurare due parametri importanti:

La radiazione istantanea, cioè la potenza ricevuta al momento (espressa in W/m²). Questo valore può essere molto instabile e viene spesso smorzato o corretto matematicamente.

La somma di radiazioni, ovvero l’energia totale ricevuta durante un certo periodo, come una giornata intera. Si misura in J/m² o Wh/m².

La prima è un parametro fondamentale in meteorologia e metrologia: ci dice quanto velocemente i materiali reagiscono al sole oppure quanto è efficiente uno schermo solare nel dissipare calore, che in gergo riconosciamo come reattività dello schermo.

La seconda è utilissima se stiamo valutando l’installazione di un impianto fotovoltaico che ci permette di stimare quanta energia possiamo produrre e risparmiare. O anche per chi si occupa di agricoltura per valutare se le piante stano ricevendo un quantitativo sufficiente di luce solare per una crescita ottimale

🌍𝐶𝑜𝑠𝑎 𝑎𝑐𝑐𝑎𝑑𝑒 𝑛𝑒𝑙𝑙𝑜 𝑠𝑝𝑒𝑐𝑖𝑓𝑖𝑐𝑜?

I raggi vengono emessi dal Sole; parte di essi viene bloccata dall’atmosfera, una parte viene riflessa, mentre il resto arriva a terra. Di questa radiazione che giunge al suolo, una parte viene riflessa, e un’altra viene assorbita.

La radiazione riflessa può tornare nello spazio oppure rimanere intrappolata nell’atmosfera, contribuendo al famigerato effetto serra.

📈Il picco di radiazione solare nell’emisfero boreale

Il massimo della radiazione solare per chi vive nell’emisfero boreale si raggiunge in prossimità dell’afelio, cioè nel momento in cui la Terra è più lontana dal Sole (contrariamente a quanto si potrebbe pensare).

Questo accade perché, proprio in quel periodo, l’inclinazione dell’asse terrestre raggiunge circa 23,5°, orientandosi verso il Sole. Questa inclinazione ci garantisce molte più ore di luce rispetto all’inverno e una radiazione solare di gran lunga maggiore

📗Ci sarebbero molte altre tematiche da approfondire legate al tema della radiazione solare, come ad esempio la tipologia delle onde UV, quelle infrarosse, e l’effettiva posizione del Sole durante il movimento di zenit e azimut. Tutti argomenti che approfondiremo in un prossimo futuro.

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