PROGETTO NEVAIO DEL POLLINO
Il Progetto Nevaio del Pollino nasce con l’obiettivo di monitorare nel tempo il nevaio situato sul versante calabrese del massiccio, a circa 150 metri dalla vetta dell’omonimo monte.
Negli ultimi anni, numerose foto del nevaio sono circolate sui social, spesso scattate da prospettive diverse e senza un’analisi meteorologica di supporto. Questo ha creato confusione tra appassionati e curiosi, rendendo difficile una valutazione oggettiva dello stato e dell’evoluzione del nevaio.
Per questo, il nostro intento è di creare un archivio fotografico stabile, realizzato possibilmente sempre dalla stessa prospettiva e con elementi di riferimento ben riconoscibili. In questo modo potremo confrontare con precisione i cambiamenti nel corso del tempo.
Il progetto prende forma attraverso la cura di una rubrica periodica che seguirà il nevaio durante i mesi primaverili e, se necessario, anche in quelli estivi. Questa rubrica sarà alimentata da segnalazioni raccolte da guide ambientali, escursionisti appassionati e cittadini, fino alla completa fusione del nevaio.
Ogni segnalazione sarà affiancata da un’analisi del contesto meteorologico registrato tra un’osservazione e l’altra, con particolare attenzione a temperatura, precipitazioni e altri fattori atmosferici rilevanti.
Con il passare degli anni, questo approccio ci permetterà di definire con sempre maggiore precisione il periodo medio di fusione del nevaio e di tracciare un trend affidabile per valutarne la rapidità di fusione, fornendo così preziose informazioni sull’impatto dei cambiamenti climatici in atto.
Il monitoraggio ha quindi una duplice importanza:
- Informativa, per avere un quadro aggiornato delle risorse idriche presenti in quota e delle dinamiche di assorbimento nel substrato roccioso.
- Scientifica, per valutare in modo oggettivo il trend di fusione totale del nevaio, considerando sia le condizioni atmosferiche (temperature, precipitazioni, venti) sia il tipo di roccia che ne ospita la massa nevosa.
Il volume e la durata del nevaio dipendono quindi da una combinazione di fattori: meteorologia stagionale, esposizione solare e caratteristiche litologiche. Documentare questi elementi in modo costante e accurato negli anni consentirà di individuare eventuali variazioni significative e stimare la loro correlazione con il cambiamento climatico.
Se anche voi volete contribuire alla costruzione di questo archivio, potete inviarci le vostre segnalazioni via mail all’indirizzo calabriaweatherdata@gmail.com o sui nostri profili social.

IL TERRITORIO
Dal modello 3D del versante sud del Monte Pollino, realizzato dalla nostra Associazione con dati DTM 5×5 regionali, emergono tre doline vicino alla vetta.
La dolina scelta per il monitoraggio è la più profonda e presenta a sud una sella di esondazione alta svariati metri rispetto al punto più basso.
L’altezza delle pareti circostanti, su tutti i punti cardinali tranne la sella, garantisce ombra per diverse ore durante i mesi invernali, influenzando la conservazione del nevaio.
Fisiologicamente, la neve accumulata in inverno tende a scivolare verso il punto più basso della conca, ma abbiamo osservato che si conserva maggiormente — e in quantità significative — la neve addossata alla parete a sud-ovest del nevaio, che quasi mai è esposta al sole.
CONTESTO LITOLOGICO
Oltre agli aspetti meteorologici, il contesto geologico gioca un ruolo importante nella persistenza del nevaio. L’area del nevaio è costituita prevalentemente da calcari, calcilutiti, calcareti, calciruditi di età giurassica, come riportato nella carta litologica del servizio cartografico regionale.
Si tratta di rocce carbonatiche che, pur essendo compatte, presentano spesso fratture e porosità che favoriscono l’infiltrazione dell’acqua di fusione.
Questo significa che parte della neve e del ghiaccio si disperde nel sottosuolo invece di scorrere in superficie, influenzando così la quantità di acqua disponibile e i tempi di fusione.
ANDAMENTO DELLA FUSIONE ANNUALE
Nei prossimi anni, questo monitoraggio ci aiuterà a definire con precisione il periodo medio di fusione del nevaio e a tracciare un trend affidabile sulla sua rapidità di scioglimento.
Di seguito un istogramma con una stima della fusione basata su segnalazioni web degli ultimi 20 anni. Si nota come il nevaio stia fondendo sempre più rapidamente, a causa della diminuzione delle nevicate e dell’aumento delle temperature legato al riscaldamento globale.
Gli i anni sono sulle ascisse e i mesi sulle ordinate, suddivisi in tre decadi ciascuno. In rosso è rappresentata la media polinomiale di secondo ordine, in giallo la media aritmetica che risulta essere di 7.6 (cioè la fusione avviene mediamente tra seconda e terza decade di Luglio).
I dati sono stimati e non rappresentano una verità assoluta, ma sono un buon punto di partenza da migliorare con il tempo.

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