NEVAIO DEL POLLINO 2024

31/03/2024

La foto a destra rappresenta per noi la prima segnalazione del 2024 sullo “stato di salute” del nevaio.


Come ampiamente visibile dallo scatto di 𝐀𝐧𝐭𝐨𝐧𝐢𝐨 𝐃𝐢 𝐏𝐚𝐨𝐥𝐚 l’accumulo di neve compatta e solida, che di solito resta comodamente sedimentato nella dolina, si presentava piuttosto scarso, restituendoci così uno scenario poco rassicurante e più consono del mese di maggio.

L’assenza di peggioramenti duraturi e a carattere prevalentemente freddo è la principale causa di tale deterioramento dello stato del nevaio, e il prosieguo nel breve e medio termine non ha individuato inversioni di tendenza.

14/04/24

Un persistente e marcato aumento termico ha interessato le quote appenniniche più elevate, probabilmente tra i più intensi mai registrati, anche se non quantificabile per la mancanza di stazioni di rilevamento in loco.

 Nelle settimane successive le frequenti rimonte anticicloniche di origine subtropicale hanno portato alla deposizione di polveri sahariane sulla superficie del nevaio, che è diventata rossastra o color ocra (come visibile in foto).


Questo cambiamento di colore ha ridotto la capacità della neve di riflettere le radiazioni solari visibili, che sono state in parte assorbite, contribuendo così ad accelerare il riscaldamento e, di conseguenza, la fusione della neve.

28/04/24

Gli eventi meteorologici della seconda decade di Aprile sono stati una vera e propria manna dal cielo ed hanno invertito la tendenza alla riduzione del nevaio.

Solo due settimane, nell’aggiornamento precedente, era stato segnalato un nevaio sporco e ricco di pulviscolo sahariano. In questa, al contrario sembra essere quasi completamente coperto, ad eccezione della base del crinale, dove la neve “nuova” e più soffice è probabilmente scivolata verso il basso, lasciando scoperte le vecchie chiazze rossastre. Foto di Chrystyan Filice 

12/05/24

Dopo le ultime nevicate di aprile, che ne hanno rallentato la fusione e per certi aspetti ampliato l’estensione della coltre nevosa, sono seguiti alcuni giorni caratterizzati da temperature decisamente sopra media.

Ciò che ne ha ulteriormente facilitato la fusione è stata la pioggia caduta nella prima decade di maggio.

A questi fattori si aggiunge oramai l’aumento della radiazione solare, tipica del periodo e in avvicinamento al picco stagionale, oltre alla mancanza di cieli limpidi che avrebbero potuto favorire una minima inversione termica, con un nevaio prossimo alla fusione. Foto di Trip of the mountains

19/05/24

Il nevaio in questa segnalazione appare con un volume praticamente dimezzato rispetto alle foto scattate appena una settimana prima.

Ulteriori rocce riemergevano ed il manto nevoso superava di poco i 60 cm, misurati con il bastone da trekking. Questa misura, tuttavia, risulta ingannevole poiché, in alcuni punti, la neve non aderendo perfettamente al suolo formava veri e propri “cunicoli”. Questo fenomeno è dovuto alle infiltrazioni d’acqua provenienti sia dalla fusione della superficie del nevaio sia dalle normali precipitazioni primaverili.

Una volta raggiunto lo strato inferiore, l’acqua inizia a scorrere seguendo il percorso con minore resistenza, cioè la pendenza del terreno. Nel tempo, questo flusso d’acqua ha contribuito alla creazione di piccoli cunicoli. dolor sit amet, at mei dolore tritani repudiandae.

26/05/24

Con questa foto si testimonia la completa fusione del nevaio del Pollino e termina la prima rubrica stagionale di monitoraggio del Nevaio.

A conti fatti, seguendo la nostra ricostruzione, risulta essere il meno longevo assieme al 2016 (anno incompleto per mancanza di dati) degli ultimi 15 anni.

Il nevaio non è arrivato a Giugno.

Se anche tu vuoi contribuire alla ricostruzione storica del nevaio del Pollino e/o al monitoraggio di quest’ultimo nei prossimi anni, non esitare a contattaci sulla mail calabriaweatherdata@gmail.com


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