Ben ritrovati a tutti, la fase invernale che ha interessato la Calabria tra il 12 e il 14 gennaio ha fatto parlare molto di sé, in particolare per gli ingenti quantitativi di precipitazioni, nevose e non, caduti in alcuni settori della regione. Se nella prima parte del peggioramento a fare il pieno sono stati i comparti nord-orientali della Sila, a partire domenica 13 gennaio è stata la Catena Costiera a fare la voce grossa.
A testimonianza di ciò, le innumerevoli e bellissime immagini giunte da Potame, località montana del comune di Domanico ad una quota compresa tra i 1000 e i 1050 metri.
Per comprendere al meglio cosa ha portato quest’angolo del cosentino a fare il pieno di neve, è necessario inquadrare per primo il contesto geografico. Il villaggio è adagiato su una sella incastonata tra le cime più meridionali della Catena Costiera, più precisamente il Cozzo La Prova a NW e i monti Serratore e Scudiero ad Est e Sud-Est.
Questo valico tra i rilievi presenta dunque un orientamento (apertura) NNE-SW, che permette di ben ricevere sia le correnti umide libecciali (che ricordiamo, impattando sulla Catena Costiera danno origine ad un effetto Stau piuttosto massiccio) sia quelle più fredde in ingresso dalla Valle del Crati, che tentano di risalire i rilievi (per la loro densità faticano a valicare anche ostacoli orografici tutto sommato modesti).
Questo meccanismo si è manifestato per diverse ore consecutive a cavallo tra la notte e il pomeriggio di domenica, a causa della lenta evoluzione del minimo che ha mantenuto lo stesso regime di correnti per buona parte della giornata.
Tale schema è ben visibile dal pannello delle ore 16 di domenica estratto da Eumetrain, dove vengono messe in evidenza le correnti in quota (streamlines) a 700hpa, la pressione e la ventilazione al suolo evidenziata dalle bandieruole colorate, dunque lo scorrimento delle due masse d’aria.

Illustrato il quadro sinottico della dinamica, il riscontro al suolo lo abbiamo avuto direttamente dalla nostra stazione meteo installata proprio a Potame. Al primo mattino di domenica è avvenuta una netta rotazione delle correnti, da SW a NE, e dalle 10 del mattino la temperatura si è portata al di sotto di 1.5°C, il punto di rugiada sotto 1°C, e il pluviometro ha smesso di registrare, raccogliendo fino a quel momento solo 14 mm dalla mezzanotte (59 mm da inizio peggioramento): da questo orario in poi, la precipitazione è divenuta nevosa ed è proseguita in maniera abbondante per tutta la giornata.
Basti pensare che la stazione di Lago, anch’essa presente sulla rete CWD e posta qualche km più a valle sul versante tirrenico, ha registrato ben 111 mm a partire dalle 10 di domenica mattina (119 mm fino al termine delle precipitazioni).
Gli stessi quantitativi, se non maggiori, si possono supporre per Potame, e ciò lo si può riscontrare dalla neve trovata al suolo, dopo un leggero e naturale compattamento del manto nella mattinata di ieri: gli accumuli, piuttosto variabili a causa del forte vento nelle ore precedenti, oscillavano intorno al mezzo metro.
Stesso destino è toccato, seppur in scala minore, su tutta la Catena Costiera. Accumuli eolici localmente superiori anche al metro di neve nella parte meridionale della catena(che ovviamente non rappresenta il quantitativo corretto).

No responses yet