Oggi vogliamo parlarvi del patrimonio naturale che da sempre offre la Catena Costiera ed in particolare dell’area dei laghi di Fagnano, un paradiso a cielo aperto che ospita 11 delle 12 specie di anfibi presenti in Calabria.
Nello specifico riteniamo opportuno soffermarci sul tritone alpestre calabro e sulla prevenzione che si sta adottando per garantire una massima tutela alla specie.
Per fare ciò pubblichiamo un articolo integrale redatto dal dottore Carlo Terranova, zoologo e membro attivo del progetto di tutela del tritone alpestre calabro, la cui finalità è l’eradicazione dell’ ittiofauna dal sito in questione e la creazione/miglioramento di siti alternativi per la riproduzione dei tritoni.
Un’iniziativa finanziata dalla regione Calabria con la collaborazione del Comune di Fagnano Castello e degli esperti del Dipartimento di Biologia, Ecologia e Scienze della Terra (DiBEST) dell’Università della Calabria, aventi come ulteriori collaboratori zoologi dell’Università dell’Aquila, del Consiglio Nazionale delle Ricerche, Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino e Aquatis Aquarium-Vivarium di Losanna (Svizzera).
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L’area circostante alla cima di Monte Caloria, nel comune di Fagnano Castello, in provincia di Cosenza, è facente parte della cosiddetta Catena costiera calabrese, che decorre per circa 70 km, collegando l’area montuosa del Massiccio della Mula e Montea a quello della Sila, 𝐬𝐯𝐨𝐥𝐠𝐞𝐧𝐝𝐨 𝐢𝐥 𝐫𝐢𝐥𝐞𝐯𝐚𝐧𝐭𝐞 𝐫𝐮𝐨𝐥𝐨 𝐝𝐢 𝐜𝐨𝐫𝐫𝐢𝐝𝐨𝐢𝐨 𝐞𝐜𝐨𝐥𝐨𝐠𝐢𝐜𝐨.
Proprio in quest’area si trovano alcune aree umide che presentano delle peculiarità naturalistiche estremamente rilevanti da un punto di vista conservazionistico: il 𝐥𝐚𝐠𝐨 𝐓𝐫𝐢𝐟𝐨𝐠𝐥𝐢𝐞𝐭𝐭𝐢, torbiera che presenta una vegetazione specializzata e che ospita una nutrita popolazione di felce florida, Osmunda regalis L. e il quale nome deriva dalla presenza presso le sue sponde dell’ Oxalis acetosella L.,il lago dei 𝐃𝐮𝐞 𝐔𝐨𝐦𝐢𝐧𝐢, lo stagno in località Fonnente, il lago del 𝐅𝐫𝐚𝐬𝐬𝐢𝐧𝐨, il lago 𝐀𝐬𝐭𝐨𝐧𝐞 e altri stagni e pozze di dimensioni minori.
I laghi di Fagnano rientrano, da un punto di vista protezionistico, nella Rete Natura 2000, come ZSC (Zona Speciale di Conservazione) ai sensi della Direttiva Habitat 92/43/CEE.
L’aspetto peculiare di tali ambienti è legato alla presenza di molte specie di anfibi, i quali trovano nei suddetti siti il loro habitat ideale per sopravvivere e riprodursi.
Tra queste specie è rilevante la presenza di tutte e tre le specie di tritoni presenti nella nostra regione:
-il tritone crestato, Triturus carnifex Laurenti, 1768
-il tritone italico, Lissotriton italicus (Peracca, 1898)
-il tritone alpestre calabro, Ichthyosaura alpestris inexpectata (Dubois e Breuil, 1983).
Il primo è il tritone più grande ed è inserito nell’Allegato II della Dir. 92/43/CEE, come specie la cui presenza è valida per l’istituzione di un SIC (Sito di Importanza Comunitaria).
Il secondo è una specie endemica dell’Italia meridionale ed è la più piccola tra le tre presenti in Calabria.
𝐋’𝐮𝐥𝐭𝐢𝐦𝐚 𝐞𝐥𝐞𝐧𝐜𝐚𝐭𝐚, 𝐢𝐧𝐯𝐞𝐜𝐞, 𝐞̀ 𝐮𝐧𝐚 𝐬𝐨𝐭𝐭𝐨𝐬𝐩𝐞𝐜𝐢𝐞 𝐞𝐧𝐝𝐞𝐦𝐢𝐜𝐚 𝐜𝐚𝐥𝐚𝐛𝐫𝐞𝐬𝐞 𝐜𝐨𝐧 𝐬𝐨𝐥𝐨 𝐩𝐨𝐜𝐡𝐢𝐬𝐬𝐢𝐦𝐢 𝐬𝐢𝐭𝐢 𝐧𝐨𝐭𝐢 𝐝𝐢 𝐩𝐫𝐞𝐬𝐞𝐧𝐳𝐚 (lungo la catena costiera calabrese presso i laghi di Fagnano e Laghicello di San Benedetto Ullano, tutti siti ZSC).
La presenza del tritone alpestre, che è quello maggiormente suscettibile a variazioni critiche nel numero, avendo un areale ristretto e consistenze popolazionistiche non esorbitanti, risulta, ad oggi, minacciata dall’introduzione di pesci alloctoni.
In particolare, la presenza di alcuni Ciprinidi come il carassio e la carpa presso il Fonnente e il lago dei Due Uomini e la gambusia presso il lago Trifoglietti.
𝖫𝖺 𝗉𝗋𝖾𝗌𝖾𝗇𝗓𝖺 𝖽𝗂 𝗊𝗎𝖾𝗌𝗍𝖾 𝗌𝗉𝖾𝖼𝗂𝖾 𝖽𝗂 𝗉𝖾𝗌𝖼𝗂 𝗆𝗂𝗇𝖺𝖼𝖼𝗂𝖺 𝗅𝖺 𝗌𝗈𝗉𝗋𝖺𝗏𝗏𝗂𝗏𝖾𝗇𝗓𝖺 𝖽𝖾𝗂 𝗍𝗋𝗂𝗍𝗈𝗇𝗂 𝖾, 𝗉𝗂𝗎̀ 𝗂𝗇 𝗀𝖾𝗇𝖾𝗋𝖺𝗅𝖾, 𝖽𝗂 𝗍𝗎𝗍𝗍𝖾 𝗅𝖾 𝗌𝗉𝖾𝖼𝗂𝖾 𝖽𝗂 𝖺𝗇𝖿𝗂𝖻𝗂, in quanto modificano e alterano gli equilibri degli ecosistemi acquatici dove prima i pesci non erano presenti e possono portare alla diminuzione numerica delle specie di anfibi nutrendosi delle diverse fasi di vita degli stessi (dall’uovo all’adulto).
Il progetto ha in programma:
-l’eradicazione dell’ittiofauna alloctona
-La creazione ed il miglioramento di siti alternativi di riproduzione per i tritoni, in attesa che la stessa eradicazione dia i primi risultati rilevanti.
Una importante azione di progetto ha previsto l’allevamento ex-situ del tritone alpestre presso le strutture dell’Aquarium-Vivarium Aquatis, in Svizzera. Presso Aquatis sono stati mantenuti e fatti riprodurre 40 fondatori di tritoni alpestre calabro prelevati circa un anno e mezzo fa da tre differenti siti storici presso i Laghi di Fagnano e Laghicello.
I giovani in fase terrestre ed acquatica nati in cattività sono stati immessi in natura presso la medesima area di origine nei giorni 7 e 8 novembre 2024.
𝐂𝐨𝐧 𝐥𝐚 𝐥𝐢𝐛𝐞𝐫𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐢 𝐜𝐢𝐫𝐜𝐚 𝟕𝟎𝟎 𝐢𝐧𝐝𝐢𝐯𝐢𝐝𝐮𝐢 𝐞̀ 𝐬𝐭𝐚𝐭𝐨 𝐨𝐭𝐭𝐞𝐧𝐮𝐭𝐨 𝐮𝐧 𝐩𝐫𝐢𝐦𝐨 𝐫𝐢𝐬𝐮𝐥𝐭𝐚𝐭𝐨 𝐚𝐧𝐝𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐚 𝐫𝐢𝐧𝐟𝐨𝐫𝐳𝐚𝐫𝐞 𝐥𝐞 𝐩𝐨𝐩𝐨𝐥𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐝𝐢 𝐭𝐫𝐢𝐭𝐨𝐧𝐞 𝐚𝐥𝐩𝐞𝐬𝐭𝐫𝐞 𝐜𝐚𝐥𝐚𝐛𝐫𝐨, che speriamo riesca a ritornare a consistenze e status favorevoli, grazie al controllo ed eradicazione dell’ ittiofauna alloctona e alla creazione di nuovi siti umidi.

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